Quando si contesta la cucina di bordo…!

Cari amici,
voi del Simo.Nico non avete grossi problemi di alimentazione, o meglio le tecnologie moderne permettono senza alcun problema di conservare e cucinare ogni tipo di cibo a bordo.
Ma alla fine del Quattrocento cosa mangiavano i marinai sulle caravelle in traversata verso il Nuovo Mondo?
Alimento principe di ogni membro dell’equipaggio erano le gallette, comprate prima della partenza, leggere, facilmente stivabili in barili, ricche di carboidrati. Poiché a bordo non era possibile cuocere il pane le gallette erano l’unico alimento. Venivano mangiate – più di mezzo chilo al giorno – bagnate nel vino (spesso qualitativamente pessimo, dal sapore acetico e diluito con l’acqua). Venivano consumate anche se nelle stive – a causa dell’enorme abbondanza di topi – si riempivano di vermi. Il problema però che avevano le gallette era che, non essendo state lievitate prima della cottura, proprio per permetterne la lunga conservazione, erano di difficile digeribilità. Anche il vino contribuiva ad apportare una quota al fabbisogno calorico quotidiano, e solo due volte la settimana si poteva consumare una piccola quantità di carne secca, spesso sostituita da piccole porzioni di formaggio o sarde salate.
Ma il vero problema di ogni ciurma era l’avitaminosi. Oggi possiamo assumere vitamine – in assenza di cibi che le contengano – anche sotto forma di pastiglie. Nel passato la carenza di vitamine nei lunghi viaggi, come da Colombo in poi sarebbero stati i le traversate transoceaniche, era la normalità a bordo. Ciò causava frequentissimamente l’insorgere di una malattia – oggi quasi dimenticata – lo scorbuto, detta anche malattia del navigante. Lo scorbuto – dovuto all’assenza di vitamina C – portava ad un rapidissimo deperimento , in quanto inizialmente si manifestava con una gengivite acuta e sanguinante, per poi portare ad emorragie e quindi ad una debilitazione totale del fisico ed infine la morte. Per la risoluzione dell’enigma “scorbuto”, che nella prima Età Moderna non si sapeva da cosa fosse cagionato – si dovrà attendere fino al Settecento, quando un medico inglese, un tal James Lind, osservò che la malattia regrediva e spariva e ovviamente non si presentava se i marinai assumevano una quota giornaliera di succo di limone. Sembra che il medico in questione fosse giunto a questa conclusione poiché era venuto a conoscenza di un aneddoto: dei malati di scorbuto erano stati fatti scendere in un’isola dei Caraibi, in fin di vita, e lì, nutrendosi di frutta ricca di vitamina C, erano miracolosamente guariti. In onore di tale miracoloso evento l’isola fu battezzata dai Portoghesi “Curaçao”, ossia guarigione….
L’unica verdura, se così si può chiamare, a bordo delle caravelle di Colombo fu l’aglio, potente antisettico, che – sconosciuto nel continente americano – fu donato poi agli indigeni da Cristoforo. Una testa d’aglio ogni mattina era il “toccasana” per i marinai!!!
E che dire dell’acqua potabile…che contenuta in barili di legno diventava dopo pochi giorni contaminata e maleodorante. Per questo si preferiva il vino, di più facile conservazione, all’acqua.
Insomma mangiare e bere a bordo non era un piacere, come narra Antonio Pigafetta, il vicentino che redasse il diario di bordo, al seguito di Magellano per la prima circumnavigazione del globo (1519 – 1522). Pigafetta ci ricorda – solo per i lettori del sito Lotos che possiedano stomaco …. Mi raccomando!!! – che nel Pacifico per tre mesi e venti giorni in assenza di toccare terra “mangiavamo biscotto, non più biscotto, ma polvere de quello con vermi a pugnate, perché essi avevano mangiato il buono: puzzava grandemente de orina de sorci e bevevamo acqua gialla già putrefatta per molti giorni e mangiavamo certe pelle de bove, che erano sopra l’antenna maggiore, accioché l’antenna non rompesse la sartia, durissime per il sole, pioggia e vento. Le lasciavamo per quattro o cinque giorni nel mare e poi se metteva un poco sopra la brace e così le mangiavamo… Li sorci se vendevano mezzo ducato lo uno e sepur ne avessemo potuto avere!”.
Insomma cari lettori ben altra cosa dei tempi moderni…. Quindi, quando d’ora in poi navigherete, ripensando al passato, non lamentatevi mai di ciò che avete mangiato!
Isa

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