Lotos, domenica 5 luglio 2009

Perast
E siamo arrivati in Montenegro.
Le formalità doganali, sia in uscita dalla Croazia, sia in entrata in Montenegro, non si sono, alla fine, rivelate poi così burocratiche.
Anzi, c’e’ stata molta disponibilità da entrambi i paesi.
Siamo entrati nelle bocche di Kotor dopo aver costeggiato ( purtroppo sempre a motore) la costa Croata ed il primo stop lo abbiamo fatto a Zelenika (42°27’0 – 18°34’2) che ci è servito per espletare le pratiche doganali di ingresso in Montenegro. La vignette che abbiamo dovuto pagare per 7 giorni ( soggiorno minimo) e per 5 persone è stata di euro ( L’euro è stato adottato come moneta locale) 130 più 10 per la bandiera di cortesia Montenegrina ( aquila con 2 teste su sfondo rosso).
Abbiamo poi proseguito, sempre a motore, verso Kotor che si trova alla fine dei tre grandi bacini collegati tra loro. Tra il secondo ed il terzo bacino c’è un passaggio molto stretto che si chiama stretto delle catene, chiamato così dai veneziani perché poteva essere sbarrato (con una lunga catena appunto) per impedire l’ingresso delle navi nemiche nell’ultimo bacino dove si trova la città di Kotor.
All’uscita dello stretto si trova il paesino di Perast (42°29’1 – 18°41’9 e qui’ ci siamo fermati per la notte, ormeggiando all’inglese lungo la banchina del paese) che è nella posizione più scenografica delle bocche, con le due pittoresche isolette che sono le vere perle di questo posto.
L’isola di S. Giorgio (Sveti Djordje) con i resti di un convento benedettino dell’XI secolo, con il campanile dal tetto aguzzo ed un cimitero di notabili e marinai, mentre l’altro isolotto ospita il santuario di S. Maria dello Scalpello con le cupole rotonde di rame (in lontananza appaiono azzurre) in stile balcanico.
L’impressione è di essere in un lago di montagna, tipo lago di Como, con intorno alte montagne verdissime e costantemente coperte dalle nuvole. Nell’insieme è un paesaggio triste, perfino tetro, con un’aura di tragicità che ne aumenta lo straordinario fascino.
Gino

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