Mercoledì 6 luglio 2011

Ormos Anemokambi – Itea. Ci siamo alzati con tutta calma e la mattina abbiamo fatto rotta verso la cittadina di Itea, fondata nel 1830 che poco offre ai turisti se non la vicinanza con Delfi. Ormeggiati all’inglese nella solita marina greca, costruita probabilmente con i fondi europei, pronta di tutto punto, con torrette per l’elettricità e per l’acqua, ma senza esser realmente operativa. In ogni caso a noi va benissimo perché da Itea con l’autobus di linea siamo arrivati alla meravigliosa Delfi, posta alle pendici del Monte Parnaso. Due cenni storici su Delfi: la tradizione vuole che Zeus per stabilire dove si trovasse il centro del mondo, avesse fatto volare due aquile dagli antipodi della terra, che allora si pensava fosse piatta. I due rapaci si incrociarono proprio a Delfi. Sempre la tradizione vuole che lo stesso Zeus consacrasse il luogo, ponendovi una pietra conica l’omphalos (ombelico), da cui deriva la definizione “ombelico del mondo”. Già dal VII secolo a.C. si decise di costruire un tempio in onore di Apollo, che a causa di terremoti ed incendi fu più volte ricostruito. Qui a Delfi avevano luogo i Giochi pitici e varie competizioni poetiche. Ma la cosa che rende nota a tutti Delfi è certamente l’oracolo. Sempre dentro al tempio di Apollo infatti aveva sede il famoso oracolo con la sacerdotessa Pitia. Era lei che interpellava l’oracolo e che dava i suoi profetici responsi. Ciò rese Delfi il più importante luogo sacro dell’antichità greca. Tale importanza rimase anche in epoca romana e cessò solamente con l’avvento del Cristianesimo. Abbiamo passeggiato nella zona archeologica e visitato il fantastico museo, con la sua meravigliosa statua in bronzo dell’Auriga.
La giornata si è conclusa con una cena in una taverna di Itea, dove abbiamo gustato dell’ottimo agnello alla brace.

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