Ottavo giorno, parola d’ordine “attirare l’attenzione”.

Questa notte è strascorsa in completo assetto di guerra, eravamo pronti ad affrontare la tanto temuta bora che, infine, non abbiamo incontrato.
Così siamo placidamente partiti alle sette dalla baia, subito dopo Luigi è andato a letto a recuperare le ore di veglia notturna, mentre Mauro, Amerigo e Silvia erano ormai in piedi pronti per una nuova giornata. Prima di puntare verso Losinj abbiamo recuperato la nassa di Amerigo e questa volta qualcosa ci ha sorpresi, una stella marina! Era di colore rosa chiaro, avvolta all’esterno attorno alla trappola, dopo averla fotografata l’abbiamo ributtata in mare.
La navigazione verso Losinj è stata tranquilla, anche se abbiamo ricevuto in viaggio una brutta notizia da Diamante, domani Pia, moglie del capitano Roberto, dovrà rientrare velocemente in Italia per problemi famigliari, che noi le auguriamo si risolvano per il meglio.

Arrivati al marina di Losinj abbiamo creato un po’ di scompiglio. Per un’incomprensione con l’ormeggiatore il nostro Skipper Mauro ha sbagliato una manovra e nel poco spazio a nostra disposizione siamo finiti a ridosso di un’altra imbarcazione ormeggiata, così una trappola si è impigliata nell’elica del Lotos.
Con delle cime tirate a mano la barca è stata affiancata alla banchina e lì è rimasta in attesa di un sub del marina che è riuscito a liberare l’elica, così abbiamo occupato in maniera corretta il posto a noi destinato.
Poco dopo un altro incidente stava per capitare ad Amerigo, che è scivolato dalla scaletta avendo le mani impegnate a reggere sacchi da gettar via, per fortuna non si è fatto male, ma considerando questi piccoli incidenti e la nostra posizione esattamente adiacente al lungomare del paese, siamo stati al centro dell’attenzione dei passanti per un po’ di tempo. Nel pomeriggio Mauro e Silvia, in cerca di una banca, hanno visitato la parte più interna del paese, caratterizzato da un’urbanistica che si adatta al pendio della collina su cui sorge, dando vita a diversi livelli di abitazioni e stretti vicoletti che salgono e scendono di continuo. Anche il resto dell’equipaggio si è unito alla visita e si è approfittato per rifornire la cambusa.

Dopo cena il lungomare ha cominciato a risuonare di musica proveniente da tutti i locali, ma quella che ha più attirato la nostra attenzione proveniva da un musicista di strada, che munito di ogni genere di strumento musicale in stile “one man show”, ha suonato per noi delle bellissime ballate country, tra cui “Take me home, country roads” richiesta appositamente da Silvia.

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